Francesco La Rosa Accademie Internationale De Lutece Sicilia Pittura Tradizioni il Barocco di Noto
RASSEGNA STAMPA
HANNO SCRITTO

Enza Garipori - Sicilia Millennium - 2008


Oltre duemila visitatori hanno ammirato la recente mostra presso Le Ciminiere di Catania, (14 al 23 marzo 2008) dedicata al pittore siciliano Francesco La Rosa, 95 anni di età ed un entusiasmo da ventenne, divenuto famoso nel mondo per i suoi paesaggi contadini colmi del suo "realismo" trasfuso in indimenticabili opere che trattano prevalentemente delle tradizioni contadine della Sicilia a partire dal secondo decennio del secolo scorso. La mostra è stata anche meta di docenti universitari, ricercatori e di intere scolaresche, accompagnate dai loro insegnanti, provenienti da tutte le province della Sicilia. Francesco La Rosa ha scelto personalmente i 50 quadri da esporre alle Ciminiere. Sono opere per la gran parte di grandi dimensioni, eseguite con quasi tutte le tecniche pittoriche: disegno, olio, xilografia, acquaforte ed acquatinta, punta secca, acquerello e incisioni su legno. E' stato possibile ammirare anche "La danza del mandorlo in fiore" ribattezzata dallo stesso autore "La danza della concordia mediterranea"..Nel suo complesso il messaggio è di pace accompagnato da una sacralità, che cerca di rendere attuabile un mondo troppo spesso irrazionale.
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Stefano Rizzo Edizioni - 2008
..Negli oltre sessantanni di vita artistica Francesco La Rosa ha voluto essere ricercatore attento e testimone delle nostre radici storiche e culturali. La perdita della memoria delle antiche tradizioni contadini coincide inevitabilmente con un disagio sociale che si manifesta nella perdita costante di valori di civiltà soppiantati da condizioni degradanti che da eccezione vengono spacciate per eccezionali, naturali, moderne e libertarie......
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Rosario Cunsolo - La Gazzetta dell’Etna – 2005

L’arte pittorica diventa devozione alla terra nelle opere di Francesco La Rosa netino doc. Ha superato la soglia dei novantanni, ma la sua arte non ha, e non può avere , limiti spaziali nè temporali. Il pittore che ha girato il mondo, il pittore che ha fatto conoscere l’intima vita dei lavoratori della terra. Di quei lavoratori che , sotto il cocente sole di Sicilia o le torrenziali piogge di scirocco, continuano imperterriti a chiedere un raccolto alla natura, a bandire le tavole di frutta, a vendemmiare, ad arare....Nelle tele i personaggi sono aggrappati, radicati con e nella terra, quasi a dimostrare l’armonia che il contatto fisico, tra uomo e natura, riesce a generare.
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Vincenzo Marotta - Scena Illustrata – Bolaffi Arte 1977 – Presentazione libro “ Barocco di Noto” 1999

La rapida ascesa della civiltà post – industriale in pochi decenni ha scompaginato e travolto assetti secolari, che sembravano eterni, ha spazzato e trasformato tutti gli aspetti della realtà storico sociale, ereditati dal passato, dissacrando i valori etico - religiosi, che costituivano il fondamento unitario tra i ceti e le classi sociali e ne caratterizzavano la cultura e la civiltà . La formazione democratica ed egalitaria delle masse metropolitane è compromessa; il razzismo, l’intolleranza, la diversità irrompono con una forte carica d’irrazionalità e di violenza sulla vita civile L’uomo è fatto oggetto di attacchi e di violenze sempre più marcati, che portano a gravi fenomeni di perdita d’identità e di disorientamento delle coscienze, che incombono come enormi pericoli sulla civiltà contemporanea, ne minacciano l’essenza, ne mettono in dubbio i valori fondamentali, che si mostrano sempre più problematici ed insufficienti per una ordinata e pacifica convivenza umana. Sono queste riflessioni,che coinvolgono tutti coloro, a cui sta a cuore l’avvenire dell’umanità, ..... ......La Rosa non è mai stato né rinunciatario, né pessimista, ha sempre ragionato sulla realtà, riaffermando la solidarietà più ampia tra gli uomini, fondata sugli antichi valori di civiltà . La sua Arte si è fatta sempre più arte d’interrogazione e di autentica ricerca dell’uomo contro i pericoli, che minacciano la fine di una civiltà, che, attraverso i millenni è sempre riuscita a ricreare per sé le condizioni della sopravvivenza e i fondamenti e i principi della sua identità.
Il suo messaggio, appassionato ed incalzante, si fa prospettiva ed augurio per il futuro: l’Umana Civiltà troverà un suo “ubi consistam “, se tornerà a riflettere sui valori dell’Antica Civiltà Mediterranea e a rispettarli, se ritroverà l’antica saggezza contadina, che i rapporti tra gli uomini ha fondato sul rispetto della comune umanità e dell’ambiente naturale.
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Giuseppe Martucci - Milano - Artecultura – 1998
...Sono paesaggi aperti , quelli di La Rosa, campagne siciliane vissute dall’umano respiro dentro il calore della terra ....Linnato che armonizza l’uomo alla fiducia con l’ambiente e nel progredito costume, dove è sufficiente la parola per sentirsi uniti, compresi, liberi. Un’etica che fa radici più sulla spontaneità del buon senso e nelle atmosfere delle stagioni che nelle regole convenzionali della civiltà in decadenza....
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Lea Torrisi - Giornale di Sicilia 1995

Le tele di Francesco La Rosa emanano la freschezza dell’immagine più semplice di un qualsiasi angolo di una campagna che il pittore sente tradita, ignorata e ...rinnegata. “ La natura ci mantiene in vita, anche spiritualmente. Le industrie non devono sopraffarla perchè non può esserci una fioritura delle industrie senza quella dell’agricoltura, che rappresenta la maggiore risorsa del Sud : centro geografico della civiltà mediterranea ” Ancora oggi rivede la campagna del suo paese pronta a fiorire per produrre , indimenticabile quella gioia di un buon raccolto che come premio giungeva dopo tanta fatica :“ nell’aia si danzava fino a tarda notte ” Grazie alla sua arte Francesco La Rosa ha portato nel mondo immagini di una vera civiltà contadina come documentazione e denuncia per ciò che è stato e per ciò che non è più.
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Liana Santoro - Giornale di Sicilia – 1993

..Nostalgia e rimpianto di un tempo che fu, tentativi di fermare i momenti salienti della vita di ieri, sono la proposta precisa e organica , attraverso le sue tele , di un recupero di identità culturale e di valorizzazione delle radici storicho-insulari.
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Roberto Mangione - Viareggio- Istituto Nazionale Beni Artistici e Culturali -1991
La Sicilia, terra antica e di antiche tradizioni, nutre non solo l’uomo ma anche l’artista, conducendolo in un mondo ancora vero, ancora regolato dai ritmi biologici e naturali. Il mondo di Francesco La Rosa non è un mondo bucolico , in cui l’osservatore e l’autore cercano di isolarsi dalla caotica realtà quotidiana......Se le sue opere talvolta sembrano riprodurre scene d’altri tempi, questo accade solo e semplicemente perchè l’autore sa cogliere della vita contadina quegli elementi che la caratterizzano dal tempo ormai remoto in cui è nata. Quegli stessi elementi che la civiltà metropolitana tende a fagocitare come manifestazione estrema di rifiuto. L’arte pittorica di Francesco La Rosa è quindi sempre cosciente di se stessa, indulge al sentimento solo dopo averlo depurato ed estrae dal tempo cadenzato della campagna l’atemporalità
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Vito La Piana – Presentazione mostra personale presso Club della Stampa - Catania-1987

Francesco La Rosa ... sotto l’apparente giuoco descrittivo di una agreste elegia, contesta significato e termini della malcelata civiltà dei consumi. L’artista, mentre sembra indugiare nella descrizione di un’agreste elegia, proprio in quel lavoro, si erge quasi solitario a canzonare, con un’istanza che non ha precedenti, la società consumistica..
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Renato Civello - Milano –Da Cimabue ai nostri giorni - Presentazione mostra personale 1987

Passione e verità nella pittura di F. La Rosa La fedeltà alle proprie radici insulari, identificabile peraltro con un tenace amore ad un modo di essere e di intendere spoglio di sovrastrutture - una cadenza esistenziale sempre pulita, sul metro della semplicità e della persistenza affettiva – è l’elemento che riesce a caratterizzare, sfuggendo a qualsiasi ipoteca di ambiguità, la pittura di Francesco La Rosa . La spontaneità dei suoi modi espressivi, incardinata ad una costante sentimentale che riflette una contemplazione antica della propria terra (la Sicilia di sempre, festosa e tragica e insieme ) a dispetto dell’attuale sovvertimento di valori e dell’indifferenza meccanicistica, si accompagna ad una puntigliosa decantazione linguistica...
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Nuccia Micalizzi - Firenze – Arte Italiana Contemporanea 1983

Pittura d’ambiente, quella di La Rosa , volta a fornire un’immagine fedele , quasi storica , di una terra ricca di fascino e di mistero, la Sicilia. ......Casolari, case basse e silenziose , strade deserte nella luce di pomeriggi assolati.....L’immobilità di certi scorci , le atmosfere silenti di certi spazi sono soltanto apparenti: dietro ogni cosa vi è una vita intensa , fatta di forti emozioni e di sentimenti profondi......
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Fiore Torrisi - La Sicilia – 1982

..Sono tutte pagine dense , dipinte con varia freschezza di tinte, riguardanti la vitalità della natura e della fatica dell’uomo ancora strettamente legato a un mondo che mantiene intatte le sue origini ( nonostante la continua minaccia ecologica ) e che il pittore ripropone con tenacia come a scongiurarne la scomparsa , che è come distruggere la stessa vita.
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Francesca Mammana - Giornale del Sud 1982

..Nelle oper di Francesco La Rosa c’è la protesta verso la discriminazione, contro la burocratizzazione della Natura, contro l’alienazione ad un padrone che non è nè il proprietario terriero, nè il latifondista, ma solo il tempo,il consumismo, il ritmo frenetico dell’attività, il denaro. In più c’è il sentimento, universale, dell’umanità tradita ed offesa, della Terra Madre sconfessata, dei buoni sentimenti ottenebrati;...
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Sebastiano Burgaretta - Sicilia Tempo - 1980
... .Che cosa si è sostituita alla civiltà contadina dei nostri padri se non una fluida fase di passaggio verso una forma di civiltà industriale che comporta non pochi rischi di alienazione e di perdita di identità culturale ? La Rosa sente in maniera acuta e con intima passione tale dramma del nostro tempo e si sforza di fermare i momenti salienti della nostra vita di ieri, quasi in un generoso tentativo poetico di recuperarli al nostro cammino storico. Così<>,<>,<>,<>, <>,<> sono la proposta precisa, organica e circostanziata di un recupero della nostra identità culturale e della riscoperta e valorizzazione delle nostre radici storiche, in ordine a un futuro meno incerto e meno denso di incognite . In questo senso la pittura di La Rosa contiene una nutrita carica di contestazione, che nasce dal sentirsi defraudati e privati del proprio retroterra umano e culturale.
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Carmen Martinelli – Firenze- Paese Sera 1979

......Francesco La Rosa con i suoi motivi di vita quotidiana che si concretano con una seri di immagini fedeli al volto della sua terra di cui ne studia ogni angolo con "il barcaiolo"," "Al fiume Ciane" "la raccolta delle fragole" "Sulle rive del Simeto" "Il pescivendolo di Canicattì" "La semina" da sensibile assertore sa mettere in evidenza i valori con composto equilibrio di forme – una pittura dalla calda atmosfera – descritta con semplicità ma che esprime tutta la poesia della natura della sua esuberante terra di Sicilia.
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Gianni Baeli – Il Pungolo Verde - 1979

Francesco La Rosa è un artista poeta errante per la sua meravigliosa terra di Sicilia di cui ritrae gli aspetti più belli, più umani, dove il lavoro è un benefico dono della natura. .....Isuoi soggetti preferiti “ natura e umanità ” costituiscono un in sieme di realtà viva e palpitante: la sofferenza dell’uomo nel lavoro, la gioia del raccolto, il progresso che cambia la natura ma che non può cambiare l’uomo quando questo è ad essa legato.
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Fabrizio Felli - Foggia - Scena Illustrata – 1979

La Rosa è l’artista del problema del vivere secondo la vera Natura. D’altra parte il ritorno alla natura nella sua semplicità e nella sua realtà è l’elemento essenziale per poter vivere una vera vita! L’arte di La Rosa ci tocca e le sue immagini ci parlano una lingua che è la lingua del bene, ritrovato attraverso la Natura.....
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Riccardo Campanella - Espresso Sera - 1978

La Rosa conduce la sua ricerca attraverso le pagine più antiche della terra di Sicilia e si sofferma là dove un campo od una piccola strada, gli può procurare lo stato emozionale adatto al suo modo di dipingere. Isuoi contadini  non diventano mai dei “ pupi “ da inserire in un determinato ambiente ed i suoi cavalli conservano la plasticità e la dignità antica del nobile animale.... Ci interessa il modo pittorico con cui Francesco La Rosa sa coinvolgere una piccola srada di Vizzini, nella tessitura estetica del piccolo barocco dell’Ottecento, oppure come il pittore sa proporre alla vista un campo , cospargendolo di decine di piccoli colori complementari , che nel loro insieme innalzano un canto alla pittura.
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Lorenzo Misuraca - Sicilia Tempo 1976

La pittura di Francesco La Rosa è un inno,talvolta sereno talaltra accorato e struggente, alla natura e alla civiltà meditteranea.Il pittore siciliano è sensibile cantore di un mondo che ha per protagonisti l’uomo e le fatiche dei campi, un mondo in cui i giorni si succedono sereni e il lavoro è fonte di vita e gioia, non condanna, non maledizione biblica. I “ momenti ” più esaltanti della quotidiana fatica sono colti, con toccante poesia e con sorprendente realismo, nella magnifica coreografia della natura che trionfa in tutto il suo splendore. Le tele di La Rosa hanno anche un valore di testimonianza e sono un atto d’amore di un artista sensibile alla sua terra. Sono, infatti, siciliani i paesaggi e i personaggi che animano le sue tele e della più antica tradizione regionale gli oggetti che fanno parte integrante delle “ immagini ” che La Rosa ha voluto “ salvare ” .
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La Rosa sa cogliere i momenti caratteristici tradizionali di vita presente o vissuta che va sempre più esternando con personaggi cose e paesaggi in un’atmosfera luminosa di cielo e di sole di cui è prodiga la Sicilia